martedì 14 febbraio 2012

Pollino, Canalone del Valangone gennaio 2012

Fine Gennaio 2012, finalmente riesco ad organizzarmi per fare un giro in montagna, che finora, un pò per gli impegni, e soprattutto per la mancanza di neve di tutta la prima parte dell'inverno, non avevo potuto fare. La destinazione la decido in funzione del tempo a disposizione, che è poco, quindi un posto con poco spostamento su neve e corto come salita. Decido quindi di andare verso il Pollino, versante ovest, dove ci sono diversi tracciati su neve/ghiaccio e terreno misto. Alcuni sono decisamente non facili, e li scarto visto che sono da solo, ed opto per la salita del cosiddetto Valangone, ovvero un largo canale che negli anni '90 (mi pare nel '92), è stato percorso da una valanga che ha spazzato via una consistente parte di faggeta del fianco occidentale. Mi alzo presto (verso le 3.15), faccio una lauta colazione per non portarmi dietro da mangiare e parto. Salendo oltre Campotenese comincia prima una fittissima nebbia (visibilità 15-20 m), e poi il fondo comincia ad essere nevoso e poi in parte ghiacciato. A tratti la neve dura sull'asfalto è così alta chetocca il fondo della macchina; riesco comunque a salire, anche se slittando spesso. Vado comunque pianissimo ed arrivo a Colle dell'Impiso solo alla 5.40. Al colle il parcheggio è un'unica lastra di ghiaccio, e stare in piedi per prepararsi è un'impresa, devo mettere i ramponi già alla macchina. Non fa molto freddo, siamo intorno a -3° o -4°. Mi sistemo lo zaino e parto. La neve è dura e non c'è vento; tolgo quasi subito la giacca per non accaldarmi lungo il sentiero. E' ancora buio, e i primi 20 minuti li faccio alla luce dellalampada frontale; ci sono diverse tracce, ma nessuna mi pare particolarmente fresca, forse stamattina sono il primo. Arrivato ai piani alti di Vacquarro le tracce spariscono tutte verso i Piani del Pollino, metre non ci sono tracce degli ultimi giorni che vanno verso il Piano di Gaudolino. Il cammino è facile e divertente e cerco di non forzare il ritmo per non sudare e risparmiare energie per la parte impegnativa della salita. Alle sette meno un quarto sono al Piano di Gaudolino, meravigliosamente liscio e privo di tracce.
Il piano di Gaudolino
Qui però la neve comincia ad essere cedevole; la crosta superficiale è rigida, ma sotto cede vistosamente e mi fa affondare di 20-30 centimetri ad ogni passo; rimpiango tremendamente che non mi siano ancora arrivate le ciaspole che ho ordinato da Repetto. Attraverso il piano e mi immetto nel sentiero che in diagonale taglia ilversante occidentale del Pollino, che nella scarsa luce mattutina appare decisamente livido.
Lo sperone ovest del Pollino
Anche lungo il sentiero si affonda tremendamente. Intercetto il Valangone lungo il sentiero, facilmente individuabile dalla presenza dei bassi faggi di ricrescita, e comincio a risalire lungo il fianco destro della valanga (a sinistra in salita), facendo lo slalom fra i bassi faggi ed affondando in continuazione, a volte con tutta la gamba. Infine sbuco fuori dalla vegetazione, dove il versante aumenta decisamente di pendenza, e dove la neve comincia ad essere dura e ghiacciata. Il paesaggio è stupendo: i pini loricati sono tutti ghiacciati e ricoperti di galaverna, così come le ripide rocce dello sperone poste alla mia sinistra.
Alberi e rocce ricoperte di galaverna
Verso l'inizio della via; mi faccio una foto
In continuazione il forte vento che spira più in alto, sulla cresta, fa cadere nel canale pezzetti di ghiaccio fino a qualche centimetro. Ho il casco nella zaino, ma stima che non ce ne sia bisogno visto che sopra di me non ci sono affioramenti rocciosi particolarmente grandi o sporgenti. La salita vera e proprio inzia in corrispondenza di un bellissimo pino loricato secco, molto coreografico.
Pino loricato all'inizio del canalino
Decido di tenere la sinistra del canale, che appare decisamente molto più ripido e divertente da salire, stando accostato dapprima ad un costone roccioso e poi al centro di un canalino secondario appena abbozzato, puntanto ad un'apertura nella cresta rocciosa superiore.
Tracciato di salita nella prima parte
Qui il versante si mantiene costantemente sui 45-50°, con punte intorno ai 55°. Il fondo è di neve molto dura o a tratti ghiacciata, in parte ventata e fragile.
Al centro l'uscita del canalino
Continuo a salire dritto e spunto su di un primo varco fra le rocce e proseguo quasi sul filo di cresta, dapprima ancora su neve dura, e poi, in corrispondenza dell'uscita, su un misto piuttosto facile che mi conduce alla cresta che segna la fine dello sperone ovest e della mia via di salita.
 Un altro autoscatto durante la salita
 Bella vista del versante sulla destra della linea di salita; oltre le rocce e gli alberi in primo piano c'è il canalone centrale del Valangone
Ancora paesaggi fiabeschi
Uscita del canalino ed arrivo in cresta
Lungo il versante riesco ogni tanto a fermarmi per fare qualche foto al fiabesco paesaggio circostante. Arrivato in cresta mi accoglie un vento freddo furibondo, 70-80 chilometri orari. Mi devo abbassare sul versante opposto a quello del vento per evitare di vagare come un pupazzo portato dal vento. Guadagno un poco di quota per arrivare al punto più alto del canale del Valangone da dove conto di scendere. La discesa la affronto al centro del canalone, su pendenze di 35-40°, che si accentuano quando mi avvicino al bordo destro, dove avevo iniziato la salita.
Durante la discesa i primi raggi di sole arrivano a colpire le rocce di cresta all'uscita del canalino
Arrivato nella parte boscata ritrovo la neve molle e spesso affondo, come in un'occasione, fino all'inguine, che mi fa perdere l'equilibrio e con i ramponi faccio un bel buco nel pantalone appena comprato, eccheccaz..... A seguire l'itinerario di salita e discesa su una foto panoramica del versante ovest.

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